Mettere insieme “cibo” e “libertà” per alcuni forse può sembrare un po’ troppo perché, come si dice in questi casi, i “problemi sono altri” (salvo poi non dire mai quali siano questi altri problemi…). Credo che, invece, sia un ottimo accostamento quello fatto da Carlo Petrini nel libro Cibo e libertà. Slow Food: storie di gastronomia per la liberazione.

Sappiamo bene che la libertà ha diversi gradi: c’è la libertà di, la libertà da e la libertà per. Già il primo livello – libertà di – è una grande sfida per quel che riguarda il cibo: su questo nostro pianeta, infatti, non tutti sono liberi di mangiare, spesso per via di politiche miopi che non riescono a guardare al di là del mero interesse personale.

Anche per il secondo aspetto – quello della libertà da – abbiamo molto da imparare nel campo del cibo: siamo veramente liberi da condizionamenti quando prepariamo un cibo? Siamo liberi da pregiudizi? Quanto ci facciamo condizionare da tv (con le pubblicità, i mille programmi culinari e gli svariati reality show a tema) e da pubblicità? Scrive l’autore a proposito della liberazione della gastronomia:

L’abbiamo liberata, ma è libera davvero? Facile rispondere di no. È sufficiente accendere la televisione per campirlo […]: il cibo è spettacolarizzato in maniera forzata, le competizioni tra cuochi sono solo una gara contro il tempo, le ricette si devono poter fare in pochi minuti per il marito che torna dal lavoro e vuole guardare il telegiornale, il ristorante è una gabbia di matti, lo chef alterna eccessi di ruvidezza e seduzione, la materia prima è indifferente, i produttori e i contadino sono trattati come bestie da zoo, da mostrare accentuando i loro lati curiosi, se non bizzarri.

In questo settore Carlo Petrini ne ha anche per noi che scriviamo in rete:

La critica gastronomica, con la sua evoluzione dovuta al web, ha assunto un potere che non aveva mai avuto, per diffusione e capacità di raggiungere un pubblico sempre più interessato. Fornisce un servizio, se letto con i giusti filtri, ma anche il recinto di chi scrive di cibo, soprattutto su Internet, raramente va oltre la recensione del ristorante, la proposta delle propria versione di una ricette, la classifica dei migliori, a volte la marchetta oppure il gossip […] Si disquisisce molto di Buono (a torto o a ragione) ma i temi del Pulito e del Giusto sono ignorati.

Considerazioni che devono farci riflettere, se veramente ci teniamo a “saper mangiare”.

C’è poi la terza libertà, quella per. È giusto essere liberi di, è fondamentale esseri liberi da, ma è di vitale importanza essere liberi per un mondo migliore, giusto, pulito ed equo. E questo mondo così non è qualcosa di utopico, ma passa anche per la quotidiana azione di fare la spesa e di mettere qualcosa nel piatto per mangiare. Ecco perché cibo e libertà sono un binomio inscindibile.

Carlo Petrini
Cibo e libertà.
Slow Food: storie di gastronomia per la liberazione

Giunti – Slow Food, 2013
pp 188, euro 12

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ultimo aggiornamento: 04-02-2014