Le bacchette per il cibo sono i bastoncini usati in Cina, Giappone e Asia sudorientale come posate. Fuori di queste aree si trovano nei ristoranti che propongono la cucina tradizionale di quelle terre, anche se, almeno in Italia, spesso sono solo un elemento decorativo e a tavola troviamo anche le posate che noi conosciamo.

Le bacchette per il cibo sono chiamate anche chopsticks e possono essere d’argento, di legno pregiato o di avorio, ma quelle comunemente diffuse sono di legno laccato, plastica o bachelite. Le bacchette lunghe sono utili in cucina per rimestare, sbattere, separare riso o pasta, e possono essere usate per servire il cibo.

A seconda della zona in cui vengono usate, le bacchette per il cibo hanno delle differenze:

  • le bacchette cinesi sono abbastanza lunghe, hanno la sezione trasversale quadrata a un’estremità e rotonda all’altra e terminano con una punta smussata;
  • le bacchette coreane sono di media lunghezza, in acciaio inossidabile, con una sezione trasversale piatta e rettangolare; alcune hanno l’impugnature riccamente decorata;
  • le bacchette giapponesi sono medie, hanno un’estremità appuntita e spesso sono di legno laccato; le bacchette più lunghe sono per gli uomini, mentre quelle più corte per i bambini; in Giappone, inoltre, ci sono anche bacchette a
    misura di bambino;
  • le bacchette vietnamite sono lunghi bastoncini con una punta smussata.

Ma come si usano le bacchette per il cibo? Bisogna stringere una bacchetta nell’incavo tra il pollice e l’indice e bloccarla appoggiandola all’anulare, in modo che resti ben ferma. A questo punto, quindi, si deve tenere la seconda bacchetta tra la parte alta del pollice, e l’indice e il medio piegati: sarà questa che dovrà muoversi verso l’altra per prendere il cibo.

In caso di alimenti come il riso, si può avvicinare la scodella alla bocca per facilitare l’operazione, ma il galateo proibisce di leccate o succhiare i bastoncini, come anche vieta di rimestare nella scodella con le bacchette e anche di fare rumore con le stesse per richiamare l’attenzione.

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ultimo aggiornamento: 12-03-2014