La gastronomia portoghese, nel corso dei secoli, è stata influenzata da diversi fattori: in primis la dominazione araba, che ha contribuito alla diffusione del riso, delle spezie e di alcune particolari tecniche di cottura; poi abbiamo il Cinquecento, con la grande stagione dei viaggi e di esplorazioni che ha fatto sì che gli ingredienti e i modi di prepararli delle zone più disparate del mondo arrivassero sulle tavole del Portogallo. Si è venuta a creare così una tradizione gastronomica molto varia e particolare che è propria del Portogallo, pur se condivide quale tratto con la vicina cultura spagnola.

Se si pensa alla cucina portoghese viene subito in mente il baccalà, preparato in mille modi: del resto, tra il Portogallo e il baccalà la storia d’amore è lunga, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in un post di qualche tempo fa.

Olio di olia e aglio in abbondanza sono immancabili, insieme a verdure, pesce, uova e carne. Molto diffuse le zuppe, in particolare il caldo verde, preparato con patate e cipolle frullati e verza affettata sottile, appena scaldata nel brodo; il caldo verde (ricordiamo che caldo in portoghese – come anche in spagnolo – vuol dire brodo) è spesso accompagnato da salsiccia e pane di mais.

Tra le carni più usate figurano quella di pollo e quella di maiale: il primo è preparato in vari modi (arrosto, umido, griglia). Segnaliamo il frango no alho, uno stufato preparato stendendo i pezzi di pollo in un solo strato su una base di aglio affettato e alloro e ricoprendolo con altro aglio misto a prezzemolo e poi servito con riso; il frango piri piri, a metà strada tra arrosto e umido, servito con una salsa piccante di origine africana. Il maiale è usato per gli insaccati oppure per gli arrosti, magari accompagnati da frittate di uova.

A proposito di uova, non possiamo dimenticare la gustosa pasticceria portoghese, che spesso affonda le radici nelle antiche tradizioni di monasteri e conventi: i fios de ovos, matassine dorate che si preparano facendo cuocere l’uovo sbattuto in uno sciroppo; le tigeladas a base di crema aromatizzata con cannella e cotta in forno; l’arroz doce, riso bollito con latte, zucchero e spezie; le celeberrime pastéis de nata, crostatine con la crema e via dicendo.

Dalla tradizione araba discende l’impiego di mandorle e frutta secca, presente in vari dolci, come per esempio, nella torta di mandorle di Albufeira, all’estremo sud del paese, preparata con latticello, mandorle a filetti e sciroppo di mandorle.

Riproduzione riservata © 2024 - GB

ultimo aggiornamento: 19-07-2014