Ho pensato che potesse essere interessante approfondire questo tema sul cinema, diciamo, saporito, quando, entrando in piena atmosfera natalizia, ho assaggiato la mia prima tazza dell’anno di fumante vin brulée (per me senza non è veramente Natale) e chiudendo gli occhi ho cercato di ritrovare, sul palato, una per una le singole spezie con cui viene profumato.

Le spezie sono molto importanti in cucina: noi in Italia siamo più avvezzi a utilizzare le erbette aromatiche, ma molti ormai, smaliziati con la cucina etnica, osano aggiunte e trucchetti a base di ‘polverine’ colorate giunte fino a noi attraverso la sapienza culinaria indiana o africana.

Il risultato è spesso ottimo, sia con le spezie tradizionali che si usano per i piatti salati, sia con quelle tipicamente dolci, ma anche qui, a volte, utilizzi e sperimentazioni si confondono e si mescolano nella creatività individuale, inventando e azzardando piatti sempre nuovi… non è così, d’altronde, che fanno i grandi chef? E molti lo fanno anche sul grande schermo…

Amore, cucina e curry

In questo film si parla di cucina, indubbiamente. Anzi, di due: quella pluristellata di Madame Mallory, di fronte alla quale apre quella colorata, profumata, speziata (appunto) e un po’ chiassosa di Hassan, trasferitosi nel sud della Francia dall’India, dove si è lasciato alle spalle una tragedia familiare. Tra i due saranno fuoco e fiamme – all’inizio – poi ognuno saprà guardare l’altro con occhi diversi e imparare cose nuove, come il sapiente uso del curry…

Un tocco di zenzero

Fanis organizza un pranzo in onore del nonno, con tutti i suoi amici di un tempo, e così la memoria vola a un passato che non c’è più, al negozio di spezie dove giocava da piccolo con l’amichetta Saime e dove aveva imparato che nelle polpette, per farle buone, non ci vuole il cumino, ma giusto un tocco di zenzero. Un viaggio a ritroso che è anche dolore, perché il negozio di Costantinopoli non c’è più, come non ci sono più i greci che vivono in Turchia, a causa della guerra mai risolta tra i due Paesi per il dominio sull’isola di Cipro; tuttavia la delicatezza e il tono del film lo rendono più intimo che politico.

Lo sai che i papaveri

Ispirato, il titolo, alla canzone di Nilla Pizzi in cui una papera e un papavero coronano alla fine il loro singolare sogno d’amore, questo film tratta di un’altra unione per lo meno inusuale: un professore di liceo, irreprensibile insegnante di giorno ma dongiovanni incallito di notte, viene ‘puntato’ da una sua allieva diciamo, bella sveglia. Che c’entra la cucina? La papera chiede al papà come si fa a mangiare un papavero e lui risponde che non si può… si può invece: avete mai provato le gioie dei semi di papavero sulla pasta o nelle polpette?

La maga delle spezie

Guai a tradire le tre regole auree delle spezie! Tilo, non appena lo fa, pur nel suo bazar di spezie di San Francisco dove si sente ormai al sicuro, tutto le va male e le conseguenze dello sconsiderato gesto non ricadranno solo su di lei, ma anche su tutti coloro che avrà cercato di aiutare. Ma diamo uno sguardo al suo passato: Tilo è una bimba indiana capace di predire il futuro, per questo una banda di malviventi vuole rapirla e uccide i suoi genitori. Tilo si salva miracolosamente e ripara in casa di una specie di santona che le rivelerà i poteri magici e i segreti delle spezie, ma che devono essere usati solo per fare del bene al prossimo.

Dillo con parole mie

Metti una quindicenne in piena crisi ormonale, Martina, e una trentenne depressa che ha appena lasciato il fidanzato, Stefania, nella frenetica e rimorchiona isola greca di Ios. Sono zia e nipote. Se quest’ultima vorrebbe una vacanza tranquilla per lasciarsi andare ai ricordi, la prima vorrebbe bruciare vita ed esperienze, preferibilmente sotto le lenzuola. Nel frattempo anche Andrea, l’ex della zia, arriva sull’isola per fare il pasticcere e le due donne, ignare, per tutto il viaggio mangeranno la sua superba torta al cioccolato “con zenzero e cannella, gli stessi ingredienti segreti che usava Andrea”, dice una volta Stefania. Intanto Martina conosce Andrea, ma capisce che si chiama Enea e lo elegge oggetto del suo desiderio…

Zucchero, miele e peperoncino

Sono I tre ingredienti di questa tipica commedia sexy all’italiana degli anni Ottanta che si articola in tre episodi. Nel primo, per un disguido, un fotografo viene scambiato per un pluriomicida ricercato e una bella giornalista ne peggiorerà la situazione; nel secondo un disoccupato si finge donna per essere assunto come colf e s’innamorerà della moglie brutalizzata del macellaio che gli dà lavoro; nell’ultimo un tassista sventa un matrimonio forzato architettato da un clan di siciliani e la giovane scampata alle nozze che non desiderava, lo premia… sposandolo. Qui il peperoncino è chiaramente metafora di un pizzico di sensualità che non può mancare in certi generi cinematografici.

Vaniglia e cioccolato

Dopo l’ennesimo tradimento del marito, la musicista Penelope decide di trasferirsi nella villa al mare dove trascorreva l’infanzia e di rifarsi una vita. Lo farà appena incontrerà il pittore spagnolo Carlos: tra i due nascerà un’intensa storia d’amore, come sempre accade quando ad attrarsi sono forze incommensurabili come quelle che fanno stare insieme la vaniglia con il cioccolato, gusti diametralmente opposti ma che sanno fondersi alla perfezione.

Vanilla Sky

Il titolo più che alla spezia della vaniglia si rifa al colore del cielo in un famoso quadro di Monet, ma ci andava di ricordare comunque questo interessante film di Crowe che ha già 13 anni. È la vicenda di David, un uomo che ha tutto: è bello, famoso e anche ricco, perché è l’erede di un impero editoriale. Gli manca l’amore, ma appena conoscerà la donna dei suoi sogni, Sofia, questa scompare e lui inizia a cercarla… a metà tra la commedia romantica, il thriller e la fantascienza, la pellicola è il remake di un film di Amenabar (una curiosità: Penelope Cruz interpreta lo stesso ruolo in entrambi i film) ma inevitabilmente più americano, cioè incentrato sulla star Tom Cruise con scarso approfondimento psicologico.

Paprika

Abbiamo tenuto volutamente in fondo questo classico del cinema erotico italiano firmato Tinto Brass. Siamo nel 1958 e Mimma, per aiutare economicamente il fidanzato, decide di lavorare in un bordello per un po’. Dopo aver assaggiato un piatto di gulash, decide di farsi chiamare Paprika, una spezia particolarmente piccante. Quando scoprirà che il fidanzato è un poco di buono non le resterà che il mestiere più antico del mondo finché, con la legge Merlin, sarà libera e sposerà un facoltoso cliente.

Foto | Dino Quinzani

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ultimo aggiornamento: 24-12-2014