Una volta, quando non piaceva lo spettacolo che si stava guardando (ma erano lontani i tempi del cinema e della tv) si tiravano agli attori che recitavano male proprio le uova (marce), come segno di poco apprezzamento della loro performance; poi, con il tempo, siamo diventati più civili (siamo sicuri?) e si è pensato bene che le uova fosse meglio mangiarle.

Al cinema, certo, sarebbe un po’ complicato, oltre che inutile, lanciare uova a uno schermo sul quale la prova recitativa è solo proiettata, ma siamo certi che si possano trovare modi altrettanto efficaci per dimostrare il proprio mancato apprezzamento. Le uova, comunque, sono tra i cibi più comuni che si vedono al cinema, data la ‘colazione da campioni’ molto in uso in America, ma noi abbiamo scelto di riproporvi solo le chicche cinematografiche in cui frittate e crostini hanno un ruolo particolare: per qualcuno sono il piatto preferito, altri le usano come arma da seduzione e c’è chi, addirittura, ne fa un’esperienza… allucinogena…

Che pasticcio Bridget Jones

Torna la reporter televisiva più famosa d’Inghilterra con tutte le sue ‘ciccette ballonzolanti’, anzi, forse, in questo sequel, anche con qualcuna in più. La sua vita sembra ormai perfetta, ma a minarla dalle fondamenta sarà il tarlo della gelosia che si autoimpone al misurare la lunghezza delle gambe della nuova e avvenente assistente del suo innamoratissimo fidanzato. E siccome la gelosia acceca, ancora una volta Bridget ne combinerà di tutti i colori, arrivando fino in Thailandia, in cui gusterà un’omelette davvero… ‘stupefacente’!

Il matrimonio che vorrei

Le uova al bacon sono la tipica colazione anglosassone esportata anche in America. Kay le prepara ogni giorno, da anni, per suo marito Arnold che le gusta senza degnarla di uno sguardo, con il naso immerso tra le pagine del giornale fresco di stampa… insomma, la loro vita matrimoniale è routine e la fiamma avrebbe bisogno di essere riattizzata un po’… così i due partono per un seminario intensivo di una settimana che si svolge nel Maine, tenuto dal ‘miracoloso’ dottor Feld…

Sostiene Pereira

Questo bellissimo film di Roberto Faenza tratto dall’ancor migliore romanzo di Tabucchi, racconta la storia di Antonio Pereira, giornalista portoghese ormai disilluso sulla sua professione e sul mondo dell’informazione in generale, che all’instaurarsi della dittatura lascia la cronaca nera per dedicarsi allo sport. Un giorno prende come collaboratore un certo Monteiro Rossi, agli esordi nel giornalismo e suo esatto opposto (o forse clone di Pereira giovane), pasionario e agguerrito oppositore del regime; lo ospiterà a casa e gli preparerà il suo piatto preferito, che gusta ogni giorno al caffè Orquidea: omelette alle erbe da gustare con un bicchiere di limonata ghiccciata.

Avatar

Anche il protagonista di un kolossal cinematografico come questo firmato da James Cameron, ogni tanto, ha bisogno di ricaricarsi e quindi via a un bel piatto di uova strapazzate che noi, amanti del gusto, abbiamo trasformato in una omelette al formaggio. È la storia di Jake, marine costretto su una sedia a rotelle, che viene trasferito sul pianeta Pandora di cui dovrà proseguire l’esplorazione al posto del fratello morto, utilizzando un Avatar: un umanoide alto 3 metri e con la pelle blu! Lì riscoprirà la gioia di vivere, imparerà la vera arte di combattere e troverà il grande amore.

V for Vendetta

Galeotto è questo crostino alle uova (ipercalorico) tra l’eroe postmoderno V, la cui identità è celata da una machera, e la bella Every. Nell’adattamento cinematografico del famoso fumetto, la storia è la stessa: il misterioso solitario che combatte il regime totalitario ormai instauratosi in Inghiltera in un futuro futuribile. Da lì in poi sono tutti effetti speciali e ritmo incalzante.

Basilicata coast to coast

E ritorna anche questa settimana il mitico Rocco Papaleo, nei panni di Nicola, che a un certo punto dello sconclusionato viaggio dei quattro amici musicisti attraverso la Basilicata da mare a mare (sembra quasi un depliant turistico), improvvisa un’ode al panino con la frittata che gli preparava sua madre. La mamma è sempre la mamma – si sa – e quindi solo lei sapeva far ‘sponsare’ come si deve la morbida mollica alle soffici uova, cotte alla perfezione e senza bagnare troppo il pane. Ci ricorda, così, che la cucina è un’arte, anche quando si tratta solo di preparare un panino.

Foto | Kate Ter Haar

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ultimo aggiornamento: 20-03-2015