
Allarme pesticidi, torna in Europa un insetticida bandito da anni -gustoblog.it
In Europa torna al centro del dibattito il tema dell’uso dei pesticidi, con la riammissione dell’Acetamiprid, un insetticida appartenente alla famiglia dei neonicotinoidi.
La decisione francese di autorizzarne nuovamente l’impiego, seppur con limitazioni temporanee e settoriali, ha scatenato un acceso confronto tra istituzioni, agricoltori e società civile, ponendo all’attenzione pubblica i rischi connessi a questa misura. L’Acetamiprid è un pesticida che agisce sul sistema nervoso degli insetti, provocandone la paralisi e la morte.
Pur essendo molto efficace contro gli insetti dannosi per le colture, la sua pericolosità deriva dalla non selettività: colpisce infatti anche insetti impollinatori fondamentali come api, bombi e farfalle. Questi insetti svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi e nella fertilità agricola, e la loro diminuzione può avere conseguenze ambientali di vasta portata.
Che cos’è l’Acetamiprid e quali sono i suoi effetti
Oltre agli effetti sugli insetti, numerosi studi scientifici hanno evidenziato come l’esposizione all’Acetamiprid possa essere correlata a disturbi neurologici, malattie neurodegenerative e tumori, con particolare vulnerabilità nei bambini. Per queste ragioni, molti Paesi europei avevano vietato o limitato fortemente l’uso di questo neonicotinoide, considerato un rischio significativo anche per la salute umana.

Nonostante questi dati, la Francia ha scelto di riammeterlo, motivando la decisione con la necessità di tutelare la competitività agricola nazionale rispetto ad altri Stati dove l’uso dell’Acetamiprid è consentito fino al 2033.
La legge Duplomb, recentemente approvata in Francia, consente l’uso temporaneo (per tre anni) dell’Acetamiprid in deroga, limitandolo a specifici settori agricoli come la coltivazione di barbabietole da zucchero e nocciole. Il senatore Laurent Duplomb, promotore della norma, ha definito questa misura “eccezionale”, utile a contrastare quella che è stata descritta come una concorrenza sleale da parte di agricoltori europei che possono ancora utilizzare il pesticida.
Tuttavia, molti esperti e ambientalisti evidenziano come questa scelta rappresenti una vera e propria retromarcia, che invece di elevare gli standard europei sulla sicurezza agroalimentare, potrebbe portare a un abbassamento delle tutele, con rischi ambientali e sanitari rilevanti per tutta la popolazione.
Il problema di fondo, sottolineano gli osservatori, è che la battaglia per la competitività economica si traduce spesso in una corsa al ribasso, con il ricorso a sostanze chimiche tossiche che non risolvono le problematiche strutturali dell’agricoltura, quali cambiamenti climatici, degrado del suolo e insufficiente investimento in alternative sostenibili.
La reintroduzione dell’Acetamiprid ha provocato una forte reazione della società civile francese. Una petizione online, promossa da una giovane studentessa ventitreenne, ha raccolto in pochi giorni oltre 180.000 firme, rendendola una delle più partecipate e virali degli ultimi anni in Francia. La petizione denuncia l’operazione come “un’aberrazione scientifica, etica, ambientale e sanitaria” e chiede l’abrogazione della legge, oltre a una consultazione pubblica con esperti di salute, agricoltura ed ecologia.
Aurélie Trouvé, presidente della commissione Affari economici, ha definito il numero di adesioni “incredibile”, segno di un’opinione pubblica fortemente contraria a questa riapertura alle sostanze pericolose. A settembre è prevista una discussione parlamentare per decidere se accogliere o meno la petizione, mentre la mobilitazione continua a crescere.
Questa vicenda rappresenta un banco di prova per il futuro dell’agricoltura europea e per l’orientamento verso pratiche più sostenibili e sicure, mettendo in evidenza le tensioni tra esigenze economiche e tutela ambientale e sanitaria. La risposta della società civile suggerisce che il dibattito pubblico sul tema è tutt’altro che chiuso, e che la pressione dal basso potrebbe condurre a una revisione delle politiche in materia di pesticidi.