
La leggenda dell'Isola di Mozia di Marsala: cosa raccontano queste terre - Gustoblog.it
Questa terra è attraversata da antichissime leggende: conosci la storia dell’Isola di Mozia e del mistero di Marsala?
Nel cuore del Mediterraneo occidentale, tra le acque calme dello Stagnone di Marsala, sorge l’Isola di Mozia, un piccolo gioiello che custodisce le tracce di una millenaria civiltà fenicia.
Questo territorio, immerso nella Riserva Naturale Orientata dello Stagnone, rappresenta una delle mete più suggestive e meno battute dalla massa turistica, ideale per chi desidera immergersi in un’atmosfera sospesa tra storia, natura e mistero.
Come raggiungere l’Isola di Mozia: viaggio tra natura e archeologia
L’Isola di Mozia si trova a pochi passi dalla costa occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani, e fa parte di un piccolo arcipelago che comprende anche l’Isola Grande, Schola e Santa Maria. Per accedere a questo scrigno di storia, il punto di partenza più comune è Contrada Spagnola, località situata vicino a Marsala, dove è possibile imbarcarsi su piccole barche private che effettuano un servizio di navetta ogni trenta minuti. Il tragitto dura circa 5-10 minuti, attraversando le acque basse e trasparenti dello Stagnone, caratterizzato da saline, mulini a vento e una fauna silenziosa che rende il paesaggio quasi fiabesco. Per raggiungere Contrada Spagnola si può optare per diverse modalità:
- In auto, percorrendo l’autostrada A29 da Trapani o Palermo, con uscita Birgi-Marsala e indicazioni per la Riserva dello Stagnone o “Imbarcadero per Mozia”. Nei pressi del molo è disponibile un comodo parcheggio.
- In treno, grazie ai collegamenti frequenti da Trapani e Palermo fino a Marsala, da dove si prosegue in taxi o con mezzi pubblici.
- In aereo, attraverso l’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani-Birgi, situato a soli 10 minuti in auto dal punto d’imbarco, oppure dall’aeroporto di Palermo, a circa un’ora e un quarto di distanza.
L’Isola di Mozia è un concentrato di archeologia fenicia, risalente al XII secolo a.C., che affascina per l’intatto fascino dei suoi resti. Circondata da mura antiche per circa 2,5 km, l’isola accoglie visitatori con la maestosa Porta Nord, unica tra le quattro originarie ancora conservata. Questa porta, costruita con blocchi di pietra calcarea, si affaccia su una strada sommersa che un tempo collegava l’isola alla terraferma e oggi è possibile percorrere a piedi nudi, con l’acqua bassa ai piedi, un’esperienza suggestiva e unica. Tra le rovine, spicca il Santuario del Cappiddazzu, situato nella zona sud dell’isola, riconoscibile per la statua acefala che gli dà il nome.

Questo luogo sacro, circondato dal canto delle cicale e dal profumo delle erbe aromatiche, era probabilmente destinato a importanti riti religiosi per invocare la protezione delle divinità e la fertilità dei raccolti. Non meno affascinante è il Tofet, un santuario all’aperto dedicato alle divinità Baal e Tanit, dove sono state rinvenute numerose stele votive e urne cinerarie. Questo sito continua a essere oggetto di dibattito tra gli studiosi riguardo alla natura dei riti che vi si svolgevano, tra sacrifici e funzioni funerarie. La Necropoli sull’isola, collocata sulla costa nord, conserva tombe scavate nella roccia che raccontano la storia millenaria di questa civiltà attraverso sepolture individuali e collettive, accompagnate da preziosi corredi funerari come ceramiche, armi e gioielli.
Tra i siti più raffinati dell’isola si trova la Casa dei Mosaici, una residenza fenicia su due piani caratterizzata da pavimenti musivi realizzati con ciottoli bianchi e neri, tra i più antichi della Sicilia. Questi mosaici raffigurano animali selvatici e figure fitoformi, testimoniando una cultura profondamente legata all’arte e alla natura. L’Isola di Mozia offre anche meraviglie naturali come le sue piscine naturali, formatesi grazie alle acque basse della laguna. Tra queste spicca il Kothon, una vasca rettangolare anticamente utilizzata come bacino sacro per rituali legati all’acqua e alla fertilità, oggi un incantevole specchio d’acqua immerso nella vegetazione.
L’intera isola è gestita dalla Fondazione Whitaker, che prende il nome dall’archeologo inglese che dedicò la sua vita allo studio di questo sito unico. Nel cuore culturale dell’isola si trova il Museo Giuseppe Whitaker, ospitato nella villa dell’archeologo, che conserva una ricchissima collezione di reperti tra cui ceramiche, maschere, anfore e oggetti votivi. Tra i pezzi più celebri spicca il Giovinetto di Mozia, una statua greca del V secolo a.C. che testimonia gli intensi scambi culturali e commerciali nel Mediterraneo antico. La visita al museo richiede l’acquisto di un biglietto, con orari e tariffe aggiornati consultabili sul sito ufficiale della Fondazione, mentre l’isola può essere esplorata liberamente durante gli orari di apertura.