
I bambini li adorano, ma occhio all'etichetta - gustoblog.it
I cordon bleu confezionati possono contenere carne separata meccanicamente (Csm) e altri ingredienti poco chiari. Ecco perché leggere l’etichetta è fondamentale.
I cordon bleu sono uno dei piatti pronti più venduti nei supermercati italiani. Croccanti all’esterno e con un ripieno filante, conquistano adulti e bambini e spesso vengono scelti come soluzione rapida per un secondo veloce. Esistono versioni fresche, preparate dai macellai, e quelle fatte in casa che risultano senza dubbio più genuine. Ma quando si parla di prodotti confezionati, diventa fondamentale soffermarsi sull’etichetta, perché non tutti i cordon bleu sono uguali e in alcuni casi sarebbe meglio evitarli.
Cosa si nasconde dietro le etichette dei cordon bleu confezionati
Uno degli aspetti principali riguarda la percentuale di carne presente nel prodotto. Nei cordon bleu confezionati, infatti, la quantità si aggira in media tra il 36% e il 46%, valori ben lontani da quelli di un prodotto fresco acquistato dal macellaio o preparato in casa. Ma non è solo una questione di quantità: il vero punto critico è la qualità della carne utilizzata.

Sulle confezioni è riportata la dicitura “carne di pollo” o “carne di tacchino”, che potrebbe far pensare all’uso di parti nobili. In realtà, spesso si tratta di carni meno pregiate, ricavate dalle sezioni residue dell’animale. La voce che dovrebbe accendere un campanello d’allarme è quella della carne separata meccanicamente (Csm). Questo ingrediente si ottiene estraendo, tramite pressioni meccaniche, ciò che resta delle carcasse di pollo o tacchino. Il risultato è una massa uniforme, nota anche come “poltiglia rosa”, che non garantisce standard qualitativi elevati e non può essere paragonata alla carne fresca.
Altra dicitura poco chiara è quella relativa al formaggio: sull’etichetta si legge genericamente “formaggio”, senza specificare il tipo o l’origine. Lo stesso discorso vale per il prosciutto indicato negli ingredienti, che non è necessariamente quello di maiale e spesso non viene dettagliato. Queste mancanze di trasparenza rendono il prodotto meno affidabile e possono influenzare la qualità nutrizionale complessiva.
Sale, grassi e impanatura: perché i cordon bleu non sono sempre una scelta sana
Oltre alla composizione delle carni, i cordon bleu confezionati presentano un altro problema rilevante: l’elevata quantità di sale. Basta confrontare le etichette per notare valori molto più alti rispetto a un piatto preparato in casa. Questo rende il prodotto meno indicato per chi deve controllare la pressione sanguigna o seguire una dieta equilibrata.
L’impanatura fritta rappresenta un ulteriore elemento critico. Da un lato dona la croccantezza che rende i cordon bleu così appetibili, dall’altro aumenta l’apporto di calorie, grassi e carboidrati, rendendoli un alimento pesante se consumato con frequenza. È un aspetto che incide soprattutto nell’alimentazione dei bambini, che spesso li prediligono rispetto ad altri piatti.
La combinazione di carne a basso valore nutritivo, alte percentuali di sale e grassi rende quindi i cordon bleu confezionati un alimento da consumare con attenzione. Non significa eliminarli del tutto, ma scegliere con consapevolezza, leggendo l’etichetta e valutando prodotti che dichiarano ingredienti più chiari e una maggiore percentuale di carne. In alternativa, preparare cordon bleu in casa permette di avere il pieno controllo sulla qualità: basta un petto di pollo fresco, una fetta di prosciutto e un formaggio selezionato per ottenere un piatto simile nell’aspetto ma più genuino e bilanciato dal punto di vista nutrizionale.
La differenza sta quindi nella scelta: dietro un alimento apparentemente semplice come un cordon bleu, l’etichetta racconta molto più di quanto sembri e può fare davvero la differenza tra un prodotto di qualità e uno che sarebbe meglio evitare.