Gelato e false credenze 1°parte
L’Istituto italiano del gelato sfata delle convinzioni sul gelato molto diffuse come quella che lo vorrebbe come un perfetto sostituto del pranzo. Gli esperti a questo proposito ci rispondono che una volta ogni tanto, soprattutto se si prende il cono, il gelato può occasionalmente sostituire un pasto, ma che non può e non deve essere un’abitudine.
Il gelato sarebbe un alimento da escludere nelle diete per quel che riguarda l’apporto calorico, soprattutto se parliamo di creme, ma dei ricercatori hanno notato che se mangiato una volta ogni tanto mentre si sta seguendo un regime ipocalorico, stimola la corteccia orbito-frontale, la zona del cervello associata alla percezione di piacere e felicità, con il risultato di migliorare l’aderenza al regime dietetico.
Un’altra convinzione sbagliata consiste nel considerare i gusti alla frutta più indicati per i diabetici. Anche qui gli studi dimostrano l’inesattezza di tale affermazione, mettendo in risalto il quantitativo di zucchero che nei gelati alla frutta presenti sul mercato è in media intorno al 23-24% e che può arrivare anche al 30%. Nei gelati alla crema la percentuale di zuccheri presenti invece è minore e può variare dal 20-21% fino al 28%, è la quantità di grassi a risultare mediamente maggiore in questi ultimi.
Si pensa che il gelato alla soia sia più salutare di quello realizzato con il latte di mucca, ma così non è: il gelato realizzato utilizzando la soia non ha caratteristiche nutrizionali significativamente diverse, ed inoltre una recente revisione della letteratura sembra dimostrare che non sussiste una correlazione significativa tra il colesterolo, assente nella soia, assunto con gli alimenti e le malattie cardio-vascolari.
Parlando di gusti che si pensano meno grassi, qualcuno prende quello allo yogurt pensando ad un quantitativo minore di calorie, lasciandosi ingannare dal gusto acido tipico di questo alimento, ebbene non è così. Se c’è qualcosa di positivo nel gusto yogurt e se la presenza dello stesso è ragionevole, l’effetto benefico è da attribuire ai fermenti lattici che sopravvivono alle basse temperature.
Informazioni prese dal sito dell’ Istituto Italiano del gelato.
Foto | Flickr
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