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Scrippelle mbusse abruzzesi: cotte veloci e in padella

Scrippelle mbusse abruzzesi: cotte veloci e in padella

Le scrippelle ‘mbusse sono un piatto tipico della cucina teramana ma diffuso in tutto l’Abruzzo. Ecco come si preparano queste crespelle servite in brodo.

La ricetta originale delle scrippelle ‘mbusse abruzzesi è quella di un primo piatto povero ma saporito. Il pezzo forte di questo prodotto tipico (tra l’altro le scrippelle sono un Prodotto Agroalimentare Tradizionale della regione) è il particolare tipo di pasta: delle crespelle a base di uova, acqua e farina servite arrotolate su loro stesse e in brodo. Proprio da qui deriva il loro nome: in dialetto locale ‘mbusse significa bagnate.

Vi racconteremo dopo la storia (o la leggenda) che si cela dietro questa ricetta. Per ora ci limitiamo a dirvi che le scrippelle, a differenza delle crêpes, vengono utilizzate alla stregua della pasta quindi raramente farcite. Fanno eccezione le scrippelle al forno, una sorta di cannellone con ragù misto. In tutti i casi, il piatto che vi proponiamo oggi è perfetto per scaldare le fredde serate invernali e non a caso in Abruzzo è il protagonista della tavola delle feste.

Preparazione della ricetta per le scrippelle mbusse

  1. Prima di cimentarvi nella creazione delle crespelle, preparate un buon brodo di carne con cui presentare il piatto. La tradizione lo vorrebbe di pollo o cappone ma va bene anche quello vegetale. Se potete, preparatelo la sera prima lasciandolo riposare tutta la notte e filtrandolo il giorno successivo: sarà ancora più saporito.
  2. Per l’impasto, rompete le uova in una ciotola e montatele con le fruste elettriche finché non risulteranno chiare e spumose.
  3. Aggiungete la farina un cucchiaio alla volta, sempre mescolando, e il sale.
  4. Incorporate l’acqua a filo fino a ottenere una consistenza fluida e omogenea. Anche questa dà il meglio di sé se preparata la sera prima e lasciata riposare in frigorifero tutta la notte.
  5. Ora preparate le crespelle. Prendete una padella antiaderente e ungetela con un tovagliolo imbevuto di olio. Fatela scaldare bene sul fuoco.
  6. Prendete un mestolo di pastella e versatelo al centro della padella. Velocemente, roteate e muovete il tegame per distribuire in maniera omogenea il composto. Se questo passaggio risulta difficoltoso significa che la pastella non è abbastanza fluida.
  7. Fate cuocere pochi minuti e, quando i bordi appaiono cotti, potete girare la scrippella. Fate cuocere nello stesso modo l’altro lato.
  8. Man mano che le crespelle teramane sono pronte, prelevatele con una spatola e spostatele su un canovaccio pulito, per farle raffreddare.
  9. Procedete in questo modo, fino ad esaurire l’impasto. Ogni volta che cuocete una scrippella, ricordate di ungere nuovamente la padella.
  10. Quando la cottura è terminata, cominciate a riscaldare il brodo. Prendete il Parmigiano grattugiato, spolveratene una manciata su ciascuna sfoglia e arrotolatela su se stessa. In alternativa, potete anche tagliarle a rondelle, se non volete lasciarle intatte.
  11. Prendete un piatto fondo e disponetele vicine. Ricopritele con il brodo caldo. Spolverate altro Parmigiano sopra e servite.

Ecco un video con tutti i passaggi per realizzare questo piatto. Noterete delle differenze tra le proporzioni ma fidatevi della nostra ricetta: è quella della nonna!

Conservazione

Le crespelle in brodo all’abruzzese sono ottime se gustate al momento e calde. Se avanzano, potete conservarle in frigo per 1 giorno, chiuse in un contenitore ermetico.

Origine e storia

Sebbene l’origine francese delle crêpes sia data per certa, in Abruzzo non si sono dati per vinti e hanno quantomeno voluto rivendicare l’origine delle scrippelle. Queste crespelle (sapete che crespella deriva dal francese crêpes s’appelle, ossia si chiama crêpes?) nacquero per errore.

Ai primi dell’Ottocento, l’attuale Abruzzo era zona di confine tra impero francese e spagnolo. Al servizio delle truppe francesi di stanza a Teramo c’era tale Enrico Castorani. Egli fece cadere un intero vassoio di crespelle nel brodo di gallina e non volendo buttare il tutto lo portò comunque in tavola spacciandolo per una nuova ricetta. Inutile dire che, se vengono preparate ancora oggi, riscossero grande successo.


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