Dopo i coltelli (da tavola e da cucina) e le forchette, soffermiamoci sui cucchiai. Il nome cucchiaio deriva dal latino cochlea, che letteralmente vuol dire chiocciola, conchiglia, visto che i primi cucchiai furono proprio il guscio delle chiocciole o delle conchiglie.

Oltre a far parte delle posate, il cucchiaio è un’unità di misura empirica, di volume o di peso, che corrisponde a 10 ml o 10 g. Inoltre, con l’espressione “al cucchiaio” si indicano alcuni dolci che, a causa della loro consistenza, richiedono l’uso del cucchiaio (per esempio: budini, semifreddi, mousse, soufflé).

Al pari delle altre posate, i cucchiai da tavola possono essere in acciaio inossidabile o altri materiali più o meno preziosi. Si classificano in base al loro utilizzo: da minestra, da brodo, da dessert, da caffè, da tè, da portata (per servire le pietanze), da gelato, per lo zucchero, per il formaggio, da pompelmo e via dicendo. A seconda delle dimensione, poi, si utilizzano per una funzione ben precisa:

  • cucchiaio grande: serve per le minestre e per le zuppe servite nel piatto fondo;
  • cucchiaio piccolo: più corto e meno capiente del precedente, è usato per le minestre servite in tazza, per i dessert, i mezzi meloni, i cocktail di crostacei, la macedonia di frutta e preparazioni simili;
  • cucchiaio da caffè: di piccole dimensioni, si utilizza per il caffè, ma anche per il tè, la cioccolata calda, la frutta e i mezzi pompelmi;
  • cucchiaino per caffè espresso: molto piccolo viene usato per l’espresso e per il ristretto… ma anche per estrarre il midollo dagli ossibuchi!;
  • cucchiaino per gelato: con manico lungo ed estremità poco concava a forma di paletta, si utilizza per le coppe di gelato e per il caffè ghiacciato.

Le altre tipologie di cucchiai da tavola e da cucina

Accanto a questi cucchiai e cucchiaini classici, ne abbiamo alcuni più specifici che, per lo più, si utilizzano nel corso di cene molto formali:

  • cucchiaio per uovo all’ostrica: simile a una piccolissima salsiera con un manico ad anello, ha la misura adatta per contenere il tuorlo d’uovo condito con il succo di limone;
  • cucchiaio da pesce o salsacoltello, non eccessivamente concavo e piatto da un lato, è ideale per tagliare il pesce, i crostacei già sgusciati, le animelle o i dolci e, soprattutto, per raccogliere le salse al posto del pane (mica vorrete fare la scarpetta a una cena formale!).

Le tipologie di cucchiai non finiscono certo qui. Abbiamo, infatti, anche i cucchiai da portata che comprendono:

  • cucchiaione, per servire risotto, pasta corta e affini;
  • cucchiaio da salsa;
  • cucchiaio da insalata, da abbinare alla relativa forchetta.

Per quel che riguarda i cucchiai da cucina, bisogna ricordare che hanno il manico molto lungo e comprendono:

  • cucchiai di legno: sono considerati i migliori sia dai cuochi professionisti che da quelli dilettanti. Si tenga presente, comunque, che il legno ha la caratteristica di assorbire l’aroma dei sapori decisi – soprattutto nero di seppia e salse al curry – per cui sarebbe buona abitudine utilizzare sempre lo stesso cucchiaio per una determinata preparazione. Per questo stesso motivo non vanno lavati in lavastoviglie (prenderebbero il sapore del detersivo) e neanche in acqua e detersivo: il modo migliore per pulire i cucchiai di legno (ma tutta la posateria di legno in genere) è quella di lasciarli a mollo nell’acqua per un po’ e poi detergerli sotto acqua corrente con una spugnetta. Infine, è bene cambiarli spesso;
  • cucchiaio forato per schiumare (o schiumarola): a forma di disco forato o di coppa, con diametro variabile dagli 8 ai 24 centimetri; ha un manico molto lungo ed è in acciaio inossidabile o alluminio;
  • cucchiaione per sughi: grosso cucchiaio, in genere di acciaio inossidabile, dotato di manico molto lungo, usato per irrorare con il sugo o il fondo di cottura le carni che cuociono in forno, sulla brace oppure sulla griglia o allo spiedo.

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ultimo aggiornamento: 20-02-2014