Quel certo non so che…
Ecco come hanno fatto a guadagnarsi la palma del miglior ristorante (ma poi, rispetto che cosa ?) in una classifica di cui ci eravamo rifiutati di parlare.
L’ingrediente segreto dei loro piatti era la sporcizia…
Ad un esame dell’ufficio d’igiene è risultato “un livello insoddisfacente e al di sotto della norma di enterobatteri, listeria e staffiloccocco in tre piatti su quattro esaminati in laboratorio, e precisamente le polpettine di fegato d’oca con marmellata di idromele e contorno di granoturco al peperoncino, il lardo di maiale al cavolo e pistacchio, e le tartine di gelato di crema caramellato“.
Peccato che la notizia sia solo una mezza notizia. L’ispezione risale infatti ad un anno e passa fa, e, già dopo 6 mesi, l’ispezione aveva dato esito “soddisfacente” (embeh, che sforzo…).
Comunque, in Piemonte si dice “Crinet fa graset” (che qui in Lazio dicono “Se non ammazza ingrassa”). Crinet = porcellino, graset = grassottello. Qui si parla invece di Fat Duck (il nome del ristorante). Insomma, il circolo si chiude…
E il mondo dovrebbe cominciare a mangiare meglio.
Agrodolce racconta i luoghi e le persone del buon mangiare e del buon bere. Controlla la nostra Email ogni giorno e dicci se ci riusciamo.
Se vuoi aggiornamenti su Quel certo non so che... inserisci la tua email nel box qui sotto:
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Se è la prima volta che ti registri ai nostri servizi, conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.