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Birra

I bicchieri da birra: tutti i modelli e con quale birra abbinarli

I bicchieri da birra sono vari e presentano caratteristiche proprie, dovute alle diverse tradizioni da cui provengono.

Nel mondo dei bicchieri, quelli da birra meritano un discorso a parte: pur essendo, infatti, accomunati da caratteristiche spesso simili e che possono confondersi tra loro, tuttavia rispondono a tradizioni differenti e hanno una denominazione propria. È il mastro birraio che dovrà associare ogni birra al bicchiere più adatto e non si tratta di un compito semplice.

La regola generale dei bicchieri da birra è, in ogni caso, semplice: la capacità del bicchiere deve essere sufficiente per contenere la birra e la sua schiuma (che, ricordiamolo, protegge il liquido dal contatto con l’aria e quindi dall’ossidazione). Se questa è la regola base, di variazioni ce ne sono a bizzeffe.

Di solito, la bionda opta per il boccale o per il calice a tulipano, mentre la scura ricorre al balloon: ma non sempre quest’associazione è valida. Le birre a bassa fermentazione, che non hanno profumazione decisa – come, per esempio, le lager e le pils – si servono in un bicchiere alto e slanciato, per ridurre al minimo il contatto con l’aria e la dispersione dell’aroma; quelle ad alta fermentazione – come le ale, le trappiste e le stout – che sviluppano aromi più decisi, richiedono bicchieri dai bordi leggermente svasati.

I più diffusi bicchieri da birra

Ecco a seguire le tipologie più diffuse di bicchieri da birra, in ordine alfabetico.

  • Altglass: bicchiere cilindrico e sottile, non altera le caratteristiche della birra, non esalta né mortifica la birra, dà al tatto la sensazione della freschezza. Ideale per le ambrate alt.
  • Balloon: bicchiere classico la cui forma a chiudere esalta la schiuma; la superficie ampia favorisce lo scambio termico. È adatto per le birre “da meditazione”, che sono corpose.
  • Boccale di vetro: classico boccale cilindrico con il fondo più largo, particolarmente amato dai bavaresi e dai “super bevitori”.
  • Calice a chiudere: un calice senza stelo che poggia direttamente sul piede; grazie alla forma rastremata alza la schiuma impedendole di traboccare. Il vetro è sottile e liscio sì che la formazione della condensa sia favorita. È un bicchiere adatto per le lager e le pils.
  • Calice a tulipano: la bocca svasata impedisce la formazione di troppa schiuma e agevola la percezione del profumo. È il bicchiere ideale per le birre aromatiche come le belghe d’abbazia.
  • Colonna biconica: bicchiere dalla forma allargata al centro che si restringe sulla bocca; il vetro è di spessore medio ed è adatto per pils belghe come anche per coloro che amano la schiuma decapitata dalla spatola.
  • Colonna conica: calice senza stelo, di forma conica, con l’imboccatura larga per controllare la schiuma; è adatto alle birre danesi, che sono vivaci e profumate.
  • Coppa: è simile al balloon, ma di forma quasi emisferica, abbassa progressivamente la schiuma esaltando il profumo della birra.
  • Flûte: sempre un calice, ma per birre secche dalla schiuma abbondante che vanno servite fredde (le pils, per esempio).
  • Kölschglas: piccolo calice cilindrico e sottile; si tratta di una forma molto semplice per birre artigianali, di produzione limitata.
  • Mass: è il tipo boccale della tradizione tedesca. Lo spessore del vetro permette di conservare la freschezza della birra e la superficie lavorata ne valorizza il perlage. È cilindrico, leggermente ristretto sul fondo, per un effetto neutro sulla schiuma. È un bicchiere universale, pur essendo ideale per le märzen e le export. Ci sono in vetro, in peltro, argento, porcellana, ceramica o legno. A volte sono chiusi da un coperchio in metallo: secondo una tradizione il coperchio sarebbe stato introdotto per favorire il bevitore che canta, balla o fa ondeggiare il bicchiere durante le feste, ma l’ipotesi più probabile è che sia stato inserito per motivi igienici, per tenere lontane le mosche dalla birra.
  • Pinta: a forma di cono rovesciato, si allarga e poi si restringe subito sotto l’orlo. È un bicchiere adatto alle birre inglese e irlandesi, neutralizza le schiume delle bitter ale e, al contrario, valorizza la schiuma delle stout.
  • Stiefel: è il classico “stivale”, la cui forma può mettere in imbarazzo gli inesperti. Difatti rappresenta una prova di abilità per chi lo usa, tanto che non è importante cosa ci si beve ma come: è il bicchiere dell’iniziazione alle confraternite studentesche in Germania.
  • Vetro britannico: boccale perfettamente cilindrico, di vetro spesso, per conservare la temperatura di cantina. Il vetro è liscio in modo da evidenziare lo scarso perlage. È adatto alle ale, con particolare attenzione alle pale ale.
  • Weizenbecker: bicchiere a colonna, ristretto alla base e svasato alla sommità per controllare l’abbondantissima schiuma delle birre di grano, come la weizen o weissbieren. Ha una capacità fissa di mezzo litro.
  • Yard o yardglass: il nome deriva da yard of ale, vale a dire “una iarda di birra” e, per questo motivo, il bicchiere è lungo circa una iarda, vale a dire poco meno di un metro. È a forma di cono rovesciato e termina, nella parte inferiore, con una sfera: poiché è così lungo e non ha una base piana stabile, lo si appende alla parete quando non è in uso. Bere dallo yardglass, come per lo stivale, è un gioco di abilità, una tradizione nata nei pub con lo scopo di trangugiare l’intero bicchiere senza pause, bevendo il più rapidamente possibile.
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