Barilla ha annunciato che non utilizzerà più il grano canadese per produrre la sua pasta, una splendida per un marchio che da sempre identifica la qualità Made in Italy. Barilla ha scelto di alzare la qualità dei suoi prodotti e di non utilizzare più i grani provenienti da Paesi che utilizzano il glifosato prima del raccolto. Il grano utilizzato fino ad ora è sotto i limiti di sicurezza ma non risponde ai nuovi requisiti dell’azienda.

Toronto Emilio Ferrari, il direttore degli acquisti di Barilla, ha spiegato: [quote layout=”big”]“Abbiamo di recente aggiornato i parametri qualitativi per questa materia prima strategica e dall’anno scorso chiediamo ai produttori di grano duro di tutti i Paesi di non usare il glifosato prima del raccolto e di garantire che eventuali valori di residui siano inferiori al limite di rilevazione. Il grano del Canada non rispetta questi nuovi limiti stringenti, seppure siano ben al di sotto di quelli di sicurezza. Continueremo a investire nella filiera italiana ma la produzione nazionale non basta da sola a offrire la quantità sufficiente di grano duro della giusta qualità”.[/quote]

Barilla utilizza grano duro italiano e grano duro straniero nella proporzione di 70 a 30, vale a dire che il 70% è italiano, il resto proviene da raccolti provenienti da Stati Uniti, Francia e Australia. Secondo il celebre marchio italiano, per la loro produzione, il grano disponibile in Italia non è sufficiente per garantire la produzione del quantitativo di pasta da loro prodotta.

Per arginare questo problema Barilla ha scelto di investire sulla materia prima e di finanziare 5mila imprese agricole italiane che coltivano una superficie di circa 65 mila ettari di grano duro. Un modo per rafforzare la produzione italiana investendo sul proprio territorio, creando posti di lavoro e nuove opportunità.

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ultimo aggiornamento: 18-04-2018