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La Giornata mondiale del grissino o Breadstick Day è una festa nata in America che da qualche anno è approdata anche da noi in Italia, si celebra l’ultimo venerdì di ottobre e quindi la data cambia di anno in anno. I grissini sono buoni e sfiziosi, si possono servire come stuzzichino per l’aperitivo o in un buffet ma anche come antipasto.

Gli italiani preferiscono i grissini agli aperitivi e a cena e gli abbinamenti preferiti sono con i salumi (81%), i formaggi (69%) e le salse (58%). I grissini sono comodi perché si mantengono croccanti a lungo e basta metterli in un cestino per offrirli agli ospiti, potete mixare gusti diversi e avvolgerli con prosciutto salame o verdure grigliate, a me piacciono molto anche con i formaggi, cremosi e non!

Vitavigor, storico marchio dei grissini di Milano, ha promosso un’indagine in collaborazione con Espresso Communication per scoprire, tramite condivisioni sui social, gli abbinamenti preferiti dagli italiani. Gli italiani amano i grissini con i salumi preferiti dall’81%, subito dopo ci sono i formaggi (69%), seguiti dalle salse (58%), dalle creme spalmabili (55%), e poi vini e drink (36%), carni bianche o rosse (33%), verdure (28%), pesce (15%), sott’oli e sottaceti (13%), ma anche da soli (44%). I grissini sono disponibili in tanti gusti diversi, Vitavigor li propone con il rosmarino, con impasti speciali e spezie, ma i più venduti restano comunque gli originali.

Antonella Campanini, docente di Storia della cucina e delle Culture alimentari presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Cuneo, ha dichiarato: [quote layout=”big” cite=”Antonella Campanini]“Se dobbiamo individuare le ragioni dell’amore degli italiani per il grissino l’unica risposta possibile è: perché è italiano, ed è percepito come tale. Non abbiamo tuttavia certezze storiche risalenti alla sua creazione. Molti studiosi ritengono che l’inventore sia un fornaio piemontese, Antonio Brunero; non c’è però concordia sulle ragioni dell’invenzione. C’è chi ritiene che sia stato creato per favorire la digestione di un rampollo di casa Savoia dalla salute cagionevole; altri pongono l’accento sulla necessità di essere sicuri che il pane, in un periodo di peste, fosse sufficientemente cotto per scongiurare il propagarsi dell’epidemia. In ogni caso ci troviamo nell’Italia del XVII secolo. Una storia comprovata del grissino però non è ancora stata scritta”.[/quote]

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ultimo aggiornamento: 26-10-2018